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19 aprile 2005

Cellula fiorentina (Sorgane) di Al Qaeda Chiesto rinvio a giudizio per otto

TERRORISMO ISLAMICO

Cellula fiorentina di Al Qaeda
Chiesto rinvio a giudizio per otto

La procura della repubblica di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio degli otto cittadini arabi accusati di far parte di una presunta cellula fiorentina di terroristi islamici
* UDIENZA L' udienza preliminare e' stata fissata per il 27 aprile
* ARRESTI Cinque degli otto imputati erano stati arrestati l' 8 maggio scorso a Firenze con l' accusa di associazione sovversiva con finalità di terrorismo internazionale


FIRENZE, 19 APRILE 2005 - La procura della repubblica di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio degli otto cittadini arabi accusati di far parte di una presunta cellula fiorentina di terroristi islamici, in contatto con 'Ansar al Islam' e il 'Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento'' e inserita quindi nella rete di Al Qaeda.

L' udienza preliminare e' stata fissata per il 27 aprile. Cinque degli otto imputati erano stati arrestati l' 8 maggio scorso a Firenze con l' accusa di associazione sovversiva con finalita' di terrorismo internazionale.

Si tratta dell' algerino Rachid Maamri, imam volontario della moschea di Sorgane a Firenze, considerato il capo e l' organizzatore della presunta cellula - che sarebbe stata in fase di ''risveglio''.

Gli altri quattro sono i tunisini Adel Abdallah, Nehdi Bukraa, Chokri Ragoubi e Hichem Godhbane, tutti ancora detenuti. Per lo stesso reato sono indagate a piede libero altre tre persone, che secondo la procura - le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Francesco Fleury - avrebbero avuto all' interno del gruppo una posizione meno centrale.

Il programma della cellula, secondo la procura, sarebbe stato imperniato sulla propaganda della guerra santa, sul reclutamento e l' addestramento di aspiranti kamikaze disposti a trasferirsi in Iraq per compiere ''stragi ed atti di terrorismo in genere'' - precisa il capo di imputazione - anche attraverso ''il sacrificio del combattente (shahid)''.

Le linee contenute nell' ordinanza di custodia cautelare per i cinque maghrebini arrestati erano state ritenute convincenti sia dal tribunale del riesame che dalla Cassazione.

Fra gli otto imputati, secondo i capi di imputazione, spicca l' ex imam di Sorgane, accusato di essere stato un reclutatore di combattenti per la Jihad, ma Rachid Maamri si e' sempre dichiarato ''al di fuori di qualsiasi associazione di carattere terroristico'', e contro la violenza e la politicizzazione delle moschee.

Le accuse si baserebbero in gran parte su una fitta serie di intercettazioni telefoniche. Nel ricorso al tribunale della liberta' di Firenze, il difensore dei cinque islamici, Nino Filasto' , contestando le intercettazioni, aveva parlato ''di manifestazione piu' che legittima (e comune a molti cittadini italiani) del risentimento provocato dalla situazione di conflitto armato in corso in Iraq''.

I giudici del riesame, respinsero la richiesta spiegando che non si trattava di ''un mero club, innocuo, di predicatori'', ma di ''una cellula operativa di terrorismo religioso'', pronta a recarsi in Iraq ''per mettere in atto la strategia del terrore nell' ambito della concezione e della pratica della 'Jihad'''.

Gli indagati, secondo l' accusa, sarebbero stati in contatto in particolare con la ''Brigata Al Masri'', ritenuta ''coinvolta nella strage contro le strutture Onu a Bagdad nonche' negli attentati contro le sinagoghe in Turchia, nelle stragi di Giakarta e in quella di Madrid''.

La Nazione 19.04.2005