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29 giugno 2007

I primi 40 anni del Bar Sorgane

Oggi
40° anniversario
del locale
di Aldo e Giorgina
caffè e cappuccino come
40 anni fa.
Caffè a 5 centesimi
Cappuccio a 10 centesimi

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27 giugno 2007

Cellula di Sorgane, tutti assolti

I primi arresti risalgono al 2004, alcuni sono rimasti in carcere un anno: per l'assise il fatto non sussiste

Cellula di Sorgane, tutti assolti

I sette africani erano accusati di terrorismo internazionale

FRANCA SELVATICI

LA CORTE d'assise ha assolto ieri con formula piena i sette immi­grati nordafricani accusati di aver costituito una cellula del terrori­smo islamico all'interno della moschea di Sorgane. Rachid Maamri, Adel Abdallah Ben Maatallah, Hichem Godbani, Mehdi Boukraaa, Chokrì Ragoubi, Nizar Cherif e Jarhil Chouk erano impu­tati di associazione con finalità di terro­rismo internazio­nale. I primi cinque erano stati arrestati il 9 maggio 2004 e sono rimasti in car­cere per un anno. La Digos sequestrò nelle loro case do­cumenti e video che inneggiavano alla guerra santa, che mostravano le prediche di imam fanatici, gli appelli di Osama bin Laden, l'addestra­mento dei guerri­glieri, le distruzioni dopo gli attentati, e addirittura un at­tentato mentre ve­niva eseguito. Ora questo materiale — che secondo le accuse è riconducibile a orga­nizzazioni dell'islamismo più ra­dicale, come Ansar al Islam e il Gruppo salafita per la predicazio­ne e il combattimento—verrà loro restituito, su disposizione del­la corte d'assise. I giudici si sono presi tre mesi per depositare le motivazioni. Probabilmente hanno ritenuto che, anche supponendo che alcuni degli arrestati ardessero dal desiderio di combattere e di trovare il martirio in Iraq, in assenza di armi e documenti falsi (di cui non è stata tro­vata traccia), il loro progetto non avesse raggiunto alcuna concre­tezza, né sul piano dell'esecuzio­ne e neppure su quello dell'elabo­razione.
Il fatto non sussiste, dunque. Con loro era finito sotto inchiesta anche un operaio marocchino, Salaheddine Salmi, che aveva poi scelto il giudizio abbreviato ed era stato assolto con formula piena.
Gli imputati, alcuni dei quali la­vorano come artigiani mentre al­tri studiano architettura all'uni­versità, non sono fuggiti dopo la scarcerazione e hanno seguito assiduamente il processo. Ieri ad ascoltare la sentenza erano in tre: Chouk Jamil, Hichem Godhbane e Sherif Nizar, lo stesso che il 24 aprile 2004 era stato intercettato mentre in un momento di rabbia immaginava un attentato ai Gigli.
con migliaia di. vittime. Dopo la lettura della sentenza di assolu­zione è stato proprio lui a farsi portavoce dei sentimenti dei compagni: «Non siamo terroristi. Grazie a Dio siamo a Firenze e in Toscana, perché qui c'è giustizia. Ringrazio anche la questura. So­no stati bravi». E i Gigli? «Niente niente, non voglio ricordare piùi». La domanda «Avete rischiato di diventare terroristi?» resta.senza risposta.
Gli avvocati Car­lo Corbucci, Gio­vanni Destuto, Stefania Siciliano e Maurizio Nasti, presenti in aula alla lettura della sen­tenza, sono felici. E non mancano pa­role di apprezza­mento per il procuratore aggiunto Francesco Fleury che ha sostenuto l'accusa con il sosti­tuto Luigi Bocciolini, e che aveva chie­sto 5 condanne e due assoluzioni, e per la Digos, «per­ché le indagini sono state correttamen­te condotte». Più polemici con Bruno Vespa, che mentre le indagini erano ancora in corso, lesse in tv alcune inter­cettazioni e definì gli arrestati — ricordano i legali — i terroristi di Firenze. «Ora dovrebbe dare la parola a noi», dicono. Dopo l'as­soluzione i loro assistiti rischiano di essere espulsi? I legali tendono ad escluderlo, dato che gli imputati sono stati processati a piede libero e a questo punto "manca l'ipotesi della pericolosità e dell'imprevisto che può derivareda un loro ritorno in libertà".

La Repubblica Firenze 27 giugno 2007 pag. VII

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20 giugno 2007

Viale Europa: forse questa volta ci siamo davvero.


Viale Europa. i lavori dovevano seguire quelli del parcheggio scambiatore

Sosta come in autostrada

Viale Europa: forse questa volta ci siamo davvero.

Matteo Francini

Entro la fine dell’anno, i lavori per la realizzazione di un complesso di servizi nell’area adiacente al parcheggio scambiatore, alle porte di Bagno a Ripoli, dovrebbero finalmente concludersi. Così, quelle strutture, che ormai da tempo campeggiano tra il parcheggio e la strada, ma che fino ad ora sono rimaste desolatamente vuote, potranno ospitare le attività per cui sono state costruite: un ristorante, un autonoleggio e un’officina, che trasformeranno lo spazio compreso tra via Cimitero del Pino, il parcheggio scambiatore e il distributore Q8 in qualcosa di molto simile ad un’area di servizio autostradale. Non è stato facile, però, raggiungere questa “dirittura d’arrivo”: i lavori per la realizzazione del complesso di servizi avrebbero dovuto seguire immediatamente quelli per la costruzione del parcheggio scambiatore, ma, mentre quest’ultimo è attivo già dal luglio del 2005, i primi solo ora sembrano vedere la luce di una fine. “L’intervento è in fase di ultimazione – assicura Franco Faldi, gestore delle nascenti strutture – ci sono stati alcuni ritardi per motivi indipendenti dalla nostra volontà, ma tra 5 o 6 mesi tutto sarà concluso, e ‘l’area di servizio’ entrerà in funzione. Abbiamo dovuto apportare una variante al progetto, per cui i tempi si sono allungati, ma al massimo a dicembre i lavori saranno terminati”. Lavori che, negli ultimi anni, sono andati avanti ad intermittenza, tanto da far chiedere ai cittadini se prima o poi gli edifici tirati su, ma sempre rimasti vuoti, sarebbero stati utilizzati per qualcosa, o se invece sarebbero restati così in eterno. Anche le probabili destinazioni d’uso dell’area sembravano avvolte da un alone di mistero, tanto da far rincorrere le voci più disparate. “In questi anni ne abbiamo sentite di tutte – racconta una ragazza che lavora nella zona – chi diceva che sarebbe nata una concessionaria, chi un autonoleggio, chi un ristorante, chi addirittura una banca o un McDonald’s. Da un po’ di tempo, però, è tutto fermo, e chissà se e quando sapremo qualcosa di certo”. Ora, almeno la data sembra certa: dicembre 2007.

il Reporter di Firenze n.3 giugno 2007

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