Cellula di Sorgane, tutti assolti
I primi arresti risalgono al 2004, alcuni sono rimasti in carcere un anno: per l'assise il fatto non sussiste
Cellula di Sorgane, tutti assolti
I sette africani erano accusati di terrorismo internazionale
FRANCA SELVATICI
LA CORTE d'assise ha assolto ieri con formula piena i sette immigrati nordafricani accusati di aver costituito una cellula del terrorismo islamico all'interno della moschea di Sorgane. Rachid Maamri, Adel Abdallah Ben Maatallah, Hichem Godbani, Mehdi Boukraaa, Chokrì Ragoubi, Nizar Cherif e Jarhil Chouk erano imputati di associazione con finalità di terrorismo internazionale. I primi cinque erano stati arrestati il 9 maggio 2004 e sono rimasti in carcere per un anno. La Digos sequestrò nelle loro case documenti e video che inneggiavano alla guerra santa, che mostravano le prediche di imam fanatici, gli appelli di Osama bin Laden, l'addestramento dei guerriglieri, le distruzioni dopo gli attentati, e addirittura un attentato mentre veniva eseguito. Ora questo materiale — che secondo le accuse è riconducibile a organizzazioni dell'islamismo più radicale, come Ansar al Islam e il Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento—verrà loro restituito, su disposizione della corte d'assise. I giudici si sono presi tre mesi per depositare le motivazioni. Probabilmente hanno ritenuto che, anche supponendo che alcuni degli arrestati ardessero dal desiderio di combattere e di trovare il martirio in Iraq, in assenza di armi e documenti falsi (di cui non è stata trovata traccia), il loro progetto non avesse raggiunto alcuna concretezza, né sul piano dell'esecuzione e neppure su quello dell'elaborazione.
Il fatto non sussiste, dunque. Con loro era finito sotto inchiesta anche un operaio marocchino, Salaheddine Salmi, che aveva poi scelto il giudizio abbreviato ed era stato assolto con formula piena.
Gli imputati, alcuni dei quali lavorano come artigiani mentre altri studiano architettura all'università, non sono fuggiti dopo la scarcerazione e hanno seguito assiduamente il processo. Ieri ad ascoltare la sentenza erano in tre: Chouk Jamil, Hichem Godhbane e Sherif Nizar, lo stesso che il 24 aprile 2004 era stato intercettato mentre in un momento di rabbia immaginava un attentato ai Gigli.
con migliaia di. vittime. Dopo la lettura della sentenza di assoluzione è stato proprio lui a farsi portavoce dei sentimenti dei compagni: «Non siamo terroristi. Grazie a Dio siamo a Firenze e in Toscana, perché qui c'è giustizia. Ringrazio anche la questura. Sono stati bravi». E i Gigli? «Niente niente, non voglio ricordare piùi». La domanda «Avete rischiato di diventare terroristi?» resta.senza risposta.
Gli avvocati Carlo Corbucci, Giovanni Destuto, Stefania Siciliano e Maurizio Nasti, presenti in aula alla lettura della sentenza, sono felici. E non mancano parole di apprezzamento per il procuratore aggiunto Francesco Fleury che ha sostenuto l'accusa con il sostituto Luigi Bocciolini, e che aveva chiesto 5 condanne e due assoluzioni, e per la Digos, «perché le indagini sono state correttamente condotte». Più polemici con Bruno Vespa, che mentre le indagini erano ancora in corso, lesse in tv alcune intercettazioni e definì gli arrestati — ricordano i legali — i terroristi di Firenze. «Ora dovrebbe dare la parola a noi», dicono. Dopo l'assoluzione i loro assistiti rischiano di essere espulsi? I legali tendono ad escluderlo, dato che gli imputati sono stati processati a piede libero e a questo punto "manca l'ipotesi della pericolosità e dell'imprevisto che può derivareda un loro ritorno in libertà".
La Repubblica Firenze 27 giugno 2007 pag. VII
Etichette: cronaca, terrorismo
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