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07 dicembre 2005

Cellula islamica di Sorgane, assolto un imputato

TERRORISMO

Cellula islamica
Assolto un imputato

E' stato assolto con formula piena uno degli otto maghrebini accusati di aver costituito a Firenze una cellula islamica vicina alla rete di Al Qaeda. E' il marocchino Salaheddine Salmi, 39 anni, che aveva chiesto il giudizio abbreviato e la cui posizione era stata stralciata dal processo principale, che si e' aperto il 25 ottobre scorso e che attualmente è sospeso

FIRENZE, 7 DICEMBRE 2005 - E' stato assolto con formula piena uno degli otto maghrebini accusati di aver costituito a Firenze una cellula islamica vicina alla rete di Al Qaeda. E' il marocchino Salaheddine Salmi, 39 anni, che aveva chiesto il giudizio abbreviato e la cui posizione era stata stralciata dal processo principale, che si e' aperto il 25 ottobre scorso e che attualmente e' sospeso.

Salmi e' stato assolto ''per non aver commesso il fatto'' dal gup Maria Cannizzaro. Insieme ai suoi sette coimputati, l' uomo era accusato di associazione sovversiva con finalita' di terrorismo internazionale. Il gruppo sarebbe stato vicino a organizzazioni quali 'Ansar Al Islam' e al 'Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento'.

L' accusa nei suoi confronti si basava soprattutto su alcuni documenti e cd rom che parlavano di guerra santa con riferimento alla Cecenia e all'Iraq. Materiale che, secondo il suo difensore, l' avvocato Sandro Cosmai, poteva essere stato scaricato anche da internet o registrato da normali trasmissioni televisive di emittenti arabe, ma che non provava nessun impegno diretto dell' imputato sul fronte della jihad.

Il pm Francesco Fleury aveva invece chiesto la condanna dell' imputato a un anno e quattro mesi di reclusione, ritenendo comunque minima la sua partecipazione all' associazione. Secondo gli inquirenti il gruppo - decimato da una serie di arresti compiuti dalla Digos nel maggio 2004 - avrebbe avuto come obbiettivo di raccogliere finanziamenti e individuare e reclutare persone per azioni terroristiche, in Iraq in particolare. Si sarebbe trattato di una cellula ''in fase di risveglio'' che ''stava operando concretamente per organizzare il trasferimento in Iraq o altri paesi del Medio oriente di alcuni degli imputati''.

Gran parte delle accuse erano costituite da centinaia di intercettazioni telefoniche e ambientali, la cui trascrizione aveva pero' sollevato qualche perplessita'. Tanto che il 25 ottobre, alla prima udienza del processo contro gli altri sette imputati, il procuratore aggiunto Francesco Fleury aveva chiesto alla corte d' assise di disporre una nuova perizia. ''Vogliamo avere la coscienza a posto'', aveva spiegato Fleury alla corte, sottolineando la presenza di vari omissis e di passaggi dubbiosi o incomprensibili nella trascrizione delle intercettazioni fatta direttamente da tecnici della Digos.

La Nazione