Cominciato il processo alla cellula islamica di Sorgane
TERRORISMO
Al via il processo contro 7 maghrebini arrestati a maggio del 2004
FIRENZE 25 OTTOBRE 2005 - Sono 7 i cittadini maghrebini accusati di associazione sovversiva con finalità di terrorismo internazionale per aver costituito una cellula terroristica vicina ad Al Qaeda.
Il procuratore aggiunto Francesco Fleury ha chiesto alla corte d' assise di Firenze di disporre una nuova perizia sulle intercettazioni, soprattutto ambientali, alla base del processo, cominciato oggi nell' aula bunker di Firenze. Fleury ha sottolineando la presenza di vari omissis e di passaggi dubbiosi o incomprensibili nella trascrizione delle intercettazioni fatta direttamente da tecnici della Digos.
Secondo i difensori degli imputati, che si sono opposti alla richiesta, la perizia disposta dal gup avrebbe giudicato del tutto innocue frasi e conversazioni fra gli imputati che per gli investigatori avrebbero invece confermato la loro adesione ai progetti delle organizzazioni islamiche più radicali, come ''Ansar al Islam'' e il ''Gruppo Salafita per la predicazione e il combattimento''.
Tali incertezze - che gia' nella fase dell' udienza preliminare avevano portato alla scarcerazione dei cinque principali imputati - hanno fatto rilevare la necessità, secondo Fleury, di una nuova perizia che ricostruisca il testo delle conversazioni nella lingua degli imputati, l' arabo, in maniera che si possa interpretare correttamente il senso delle loro parole.
''Non possiamo andare avanti senza essere sicuri delle loro parole - ha detto il magistrato - è una questione di coscienza''. La corte si e' riservata di decidere sulla richiesta e ha rinviato il processo all'udienza di venerdì, quando verranno risolte anche alcune altre questioni preliminari avanzate stamani.
Gli imputati erano stati arrestati il 9 maggio 2004 e da alcuni mesi sono in stato di libertà. Questi si sono sempre difesi negando qualsiasi vicinanza al terrorismo islamico o alle strategie della jihad. Secondo i difensori le indagini preliminari - e soprattutto la perizia sulle intercettazioni - avrebbero escluso qualsiasi elemento per poter ipotizzare l'esistenza di una vera associazione eversiva.
Le frasi raccolte dalla Digos in decine e decine di intercettazioni ambientali - spiegano i legali - sarebbero solo delle ''invettive e degli sfoghi di carattere personale'' da parte degli indagati.
Sulla base delle intercettazioni - e soprattutto della lettura che ne aveva dato la Digos - l'accusa aveva invece ipotizzato che il gruppo avesse avuto come obiettivo quello di raccogliere finanziamenti e individuare e reclutare persone per azioni terroristiche, pensando che si sarebbe potuto trattare di una cellula ''in fase di risveglio'' che stava operando concretamente per organizzare il trasferimento in Iraq o in altri paesi del Medio oriente di alcuni degli imputati.
La Nazione
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