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10 dicembre 2017

Sorgane è un posto lontanissimo

la storia

Firenze, gli angeli del freddo: ecco il progetto «Insider» 

Insieme a due volontari dell’associazione Insieme e della cooperativa Cat, tra i senzatetto a cercare di convincerli a trovare riparo
di Lorenzo Sarra

Dopo gli «Angeli del fango», ecco gli «Angeli del freddo». Giovedì 7 dicembre: l’app meteo sul cellulare indica 4° di temperatura, in via Milanesi, quando alle 21 arrivano i due operatori sociali del progetto «Insider». Il primo ha 37 anni, un passato da assessore in un paese in provincia di Prato. Di anni il secondo ne ha 32 e una laurea in Scienze Politiche. Subito una raccomandazione («Per favore, non riportare i nostri nomi»), poi si comincia a parlare: «Il progetto Insider – raccontano – viene da un bando dell’Inclusione sociale del Comune ed è appaltato all’associazione «Insieme» ed alla cooperativa «Cat». Il nostro compito, il lunedì ed il mercoledì sera, è quello di cercare un contatto con i senza tetto, per capire quelle che sono le loro problematiche».

Operazione convincimento 

Donazione di sacchi a pelo e coperte, distribuzione di cibo e bevande calde, «Insider» è anche questo. Ma non solo. «Stiamo entrando nei quattro mesi dell’emergenza freddo – aggiungono i due operatori – Dovremo quindi tentare di convincere queste persone a farsi ospitare presso gli alberghi popolari. Ne esiste uno femminile in via Gioberti ed uno maschile a Sorgane». L’operazione però non è delle più semplici: «La gente che vive in strada, paradossalmente, è più abitudinaria delle persone che stanno in casa. In molti, nonostante il clima, non se la sentono di abbandonare il loro angolo, soprattutto gli uomini, perché per loro Sorgane è un posto lontanissimo». Gli operatori si muovono secondo una mappatura programmata, ma seguono pure le segnalazioni dei cittadini: «Ci muoviamo molto nei pressi delle stazioni e delle piazze, ma via via che riceviamo indicazioni cerchiamo direttamente le persone per un primo contatto. In pratica siamo un ponte tra i senza dimora che non accedono ai servizi ed i servizi stessi». 

Con i volontari 

Il momento delle chiacchiere è finito. Si comincia il giro. Proprio da via Milanesi. Vicino all’Esselunga un signore dorme sotto ad un portico. È italiano. Avrà una quarantina d’anni. I due operatori lo avvicinano. Riescono a fargli prendere un sacco a pelo («Tengono al caldo fino a -10°») e del thè bollente. Ma di spostarsi da lì non c’è proprio verso: «In molti non vogliono essere aiutati». Si va in piazza Pitti. Sotto i portici laterali c’è un uomo. Si chiama Marzio. Viene da Mogliano, in provincia di Macerata, ma sta in Toscana da più di dieci anni. Tanto tempo fa lavorava in un fustellificio. Poi la delocalizzazione gli ha fatto perdere il lavoro. Da lì la vita in strada. Senza contatti con la famiglia. «Per fortuna non ho figli – racconta lui – Mio padre è morto, mia madre va avanti a psicofarmaci, mia sorella ha la sua vita: non sento più nessuno. Andare a Sorgane in un albergo popolare? Non fa per me. Dormo qui durante l’inverno, d’estate è un forno. Problemi? Con gli spacciatori della zona. Spesso mi dicono di spostarmi, ma è peggio alla stazione: lì è pieno di gentaccia». Marzio dimostra una grande lucidità. Parla di politica, di lavoro, di vita. Dice di essere da anni senza documenti, così da non avere più nemmeno la tessera sanitaria: «Non posso permettermi neanche un antibiotico». «Ti diamo una mano noi – replicano gli operatori – Lasciaci i tuoi dati». Ma c’è qualcuno che riesce ad uscire da questa situazione? «Certo – risponde uno dei ragazzi – Conosco un napoletano che era entrato nel giro della strada: beveva, veniva da una vita piena di traumi. Dopo un percorso tra strutture di primo livello, Arcobaleno e Sert, adesso lavora per una cooperativa sociale: raccoglie rifiuti ed ha di nuovo una sua casa». Altri giri tra via Capo di Mondo e via Piagentina. Senza però troppa fortuna. Poi un ultimo passaggio alla stazione Campo di Marte. Sono le 23,40. Il turno finisce. L’inverno è ancora lungo. Anzi. Non è nemmeno iniziato.

Corriere Fiorentino 9 dicembre 2017

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2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Gli italiani a rischio povertà sono aumentati di oltre 3 milioni dall’inizio della crisi finanziaria del 2008, registrando l’incremento più grande tra le nazioni europee. Quest’anno la tendenza è proseguita, nonostante il paese sia tornato alla crescita economica.
Nel 2016 gli italiani classificati dalle statistiche UE come appartenenti a famiglie con reddito molto basso o prive di occupazione stabile erano 18 milioni, secondo Eurostat. Sia l’aumento della povertà negli ultimi nove anni che il numero totale di poveri sono i più grandi tra i tutti i paesi membri della UE, secondo i calcoli di Bloomberg sui dati disponibili.
Nel corso dello stesso periodo il numero di persone vulnerabili è diminuito in Polonia di 3,3 milioni, in Romania di più di un milione e di circa 530.000 unità in Bulgaria. Le persone a rischio di povertà sono diminuite anche in diverse altre economie dell’eurozona, tra cui la Germania, che è la più grande dell’unione.
Lo scorso anno il 30% delle persone residenti in Italia erano a rischio di povertà o esclusione sociale, in aumento rispetto al 28,7% registrato nel 2015, secondo il report dell’Istat, l’ufficio nazionale di statistica, rilasciato mercoledì scorso. Nel 2008 la percentuale era del 25,5%, prima che la terza economia dell’eurozona entrasse in una doppia recessione che è durata fino a metà del 2014.
Gli italiani che vivono sotto la soglia di povertà assoluta, ovvero quelli che non riescono ad acquistare nemmeno un paniere di beni e servizi essenziali, hanno raggiunto i 4,7 milioni lo scorso anno; nel 2006 erano poco meno di 1,7 milioni, secondo il recente report dell’Istat. Il numero di poveri assoluti nel paese è quasi triplicato nel giro di un decennio.
Alla luce di tutto questo sbaraccare le frontiere per far entrare centinaia di migliaia di migranti è una botta di vita e di salute per l’Italia ed è razzista chi si oppone; è giustissimo spendere circa 4,6 miliardi di euro (nostri) per accogliere migliaia di stranieri nello stesso anno in cui si tocca il fondo delle nascite in Italia, arrivando al dato minimo da 500 anni a questa parte, perché i nostri giovani non hanno lavoro e soldi per mettere su famiglia e a volte neanche per sopravvivere.





15:16  
Blogger Sorganiano said...

Nel 2006 le persone in stato di povertà assoluta erano 2.292.000 pari al 3,9% della popolazione residente e la 4,1% delle famiglie

Fonte: La povertà assoluta in Italia nel 2007 pag.2
http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20090422_01/testointegrale20090422.pdf

Nel 2016 le persone in stato di povertà assoluta erano 4.742.000 pari al 7,9 della popolazione residente.

Nel 2016 l’incidenza di povertà assoluta risulta più contenuta, e al di sotto del valore medio, tra le famiglie di soli italiani (4,4%), sebbene in aumento nel Centro (che passa da 2,4% a 3,5%). Viceversa, si attesta su valori molto elevati tra le famiglie con componenti stranieri: 25,7% per le famiglie di soli stranieri, che riportano valori superiori al 20% in tutte le ripartizioni, con il Mezzogiorno a sfiorare addirittura il 30%. Per le famiglie miste il valore dell’incidenza è pari a 27,4%, con una crescita più accentuata nel Nord (da 13,9% a 22,9%) (Prospetto 7).

Fonte LA POVERTÀ IN ITALIA Anno 2016 pag.6
https://www.istat.it/it/files/2017/07/Report_Povert%C3%A0_2016.pdf?title=La+povert%C3%A0+in+Italia+-+13%2Flug%2F2017+-+Testo+integrale+e+nota+metodologica.pdf

In certi paesi europei la povertà è diminuita grazie ai fondi europei: dobbiamo rispedire polacchi e ungheresi a casa perchè i loro governi non rispettano gli impegni con l'UE?

11:35  

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