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25 gennaio 2010

Viaggio nella “Moschea” di Sorgane

Ciclicamente si torna a parlare della cosiddetta "moschea" di Sorgane, in realtà si tratta di uno scantinato in un condominio.

Quello che vi proponiamo è l'articolo apparso in uno degli ultimi numeri del mensile Il Reporter.

Una raccolta di fatti che avete già letto su Sorgane Blog e le reazioni di un paio di persone.

Come al solito l'informazione ufficiale riduce la questione ai rapporti tra gli abitanti di Sorgane e i fedeli islamici, rapporti in cui prevale l'indifferenza.

I fedeli islamici non danno più fastidio dei pendolari che parcheggiano le auto nelle strade di Sorgane invece di utilizzare il parcheggio scambiatore di Viale Europa.

Utilizzare uno scantinato come luogo di incontro per la comunità islamica era una soluzione accettabile di fronte allo sfratto del 2001, dopo nove anni dimostra solo che l'amministrazione comunale pensa di aver risolto la questione scaricandola su Sorgane.

Anche in una città come Firenze la costruzione di una vera moschea é un argomento tabù.

L'informazione dovrebbe interrogarsi su questo non ridursi agli articoli di colore.




REALTA’ DEL QUARTIERE.
In un condominio di via del Tagliamento c’è il Centro culturale Islamico

Viaggio nella “Moschea” di Sorgane


La struttura è un importante punto di incontro e socializzazione, oltre che di preghiera, per gli appartenenti alla comunità islamica di Firenze. Mai un caso di intolleranza da parte dei cittadini della zona, anche se dubbi e perplessità non mancano.
Il Centro Culturale Islamico, meglio noto come la Moschea di Sorgane, è dalla sua nascita al centrodi un acceso dibattito. La comunità islamica di Firenze conta più di ventimila persone, per lo più provenienti dal Maghreb, dall’Algeria e dall’Egitto. Per molti di loro, il centro alla periferia sud di Firenze rappresenta
un fondamentale punto di incontro e di socializzazione, oltre che, ovviamente, un luogo di preghiera.
La moschea, situata al pianterreno di un condominio di via del Tagliamento, fu inaugurata nel 2001 e accolta come il simbolo di una Firenze multietnica, lontana da qualsiasi forma di razzismo e intolleranza. La popolazione di Sorgane, che all’epoca avvertiva principalmente l’esigenza di una riqualificazione della zona piuttosto
che la creazione di un centro islamico, era assai perplessa, soprattutto all’indomani dell’11 settembre:nonostante questo, accettò la nascita del centro culturale.
Dalla fondazione non si sono mai registrati casi di intolleranza da parte dei cittadini di Sorgane, che ormai scendono dalla linea 23A dell’Ataf in compagnia di fedeli musulmani che, Corano sottobraccio, si dirigono invia del Tagliamento a pregare o, più semplicemente, a incontrarsi fra concittadini. Questa apparentemente pacifica convivenza non ha sradicato negli animi di alcuni abitanti dubbi e sospetti, mai palesati o manifesti, che si sono acuiti alla luce dei fatti avvenuti nel maggio del 2004, quando nove nordafricani, fra cui l’ex imam volontario
Rachid Maamri, furono arrestati con l’accusa di associazione sovversiva con finalità di terrorismo internazionale.
La notizia fece scalpore e lasciò sgomenta non solo la popolazione, ma anche i frequentatori della stessa moschea.
Nel 2007, la Corte di Assise di Firenze assolse con formula piena gli indagati, ma i dubbi e i sospetti serpeggiano ancora, a volte alimentati da fatti, molto meno gravi, ma allo stesso tempo incomprensibili agli occhi dei fiorentini,
come quello avvenuto nel 2008, quando alcuni cittadini, sconvolti dalla visione di una capretta sanguinante appesa a un balcone chiamarono l’Enpa ( Ente nazionale protezione animali), scoprendoche nell’appartamento, abitato da una famigliamusulmana, era stato sgozzato l’animale come da tradizione.
L’imam odierno è Abdjl Alì. La moschea funge come luogo di preghiera e quindi di festa, come quella che avviene per la fine del Ramadan, ma anche come luogo per ritrovarsi, e anche un punto di appoggio e di incontro per gli immigrati, che spesso vivono realtà difficili.
A differenza della moschea del centro di Firenze, dove anche quest’estate sono stati svolti da una professoressa madrelingua corsi di italiano, a Sorgane queste attività non sono attuate, ma è presente una piccola biblioteca consultabile dai fedeli. Vengono celebrati, come in qualsiasi altro luogo di culto, le ricorrenze festive e anche i matrimoni, ma il punto centrale è l’aiuto e la solidarietà. Molti stranieri arrivano in Italia senza sapere effettivamente la lingua italiana, spesso soli, senza
appoggi, nell’incapacità di “muoversi” anche solo a livello burocratico. Lì vengono indirizzati, ascoltati, aiutati anche nella ricerca di un lavoro, magari attraverso
la rete di amicizie che si creano all’interno. Molti ricostruiscono una parvenza di famiglia conoscendo altri immigrati del loro stesso paese. La popolazione di
Sorgane ha una posizione ambivalente rispetto a questa realtà.
C’è chi la guarda con occhio dubbioso, come Marco, giovane studente universitario: “Non credo che ci sia un vero interesse da parte loro a integrarsi. Hanno ricreato una comunità all’interno della comunità italiana.
Non c’è apertura, anzi sembra quasi ostilità verso il nostro modo di vivere”. “L’importante è che non diano fastidio, e che non escano più storie come quelle lette
sui giornali”, è invece il frettoloso parere di una signora di mezza età, piuttosto restia ad esprimere la sua reale posizione in merito.

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