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04 marzo 2020

Il giudice riaccende il wifi a scuola

Sorgane: giudice chiuse wi-fi alla scuola elementare Pertini, genitori chiedono di riaccenderlo (aggiornato) 22.02.2019

Il giudice riaccende il wifi a scuola
«Nessun danno per la bambina»
I genitori avevano ottenuto la disattivazione nell’istituto per la figlia epilettica di 10 anni 

Corriere Fiorentino
4 Mar 2020
Valentina Marotta

Nel gennaio dell’anno scorso la disattivazione del wifi alla Botticelli Stop allo spegnimento del wi-fi all’Istituto Comprensivo Botticelli, le onde elettromagnetiche non sono nocive. È la decisione del tribunale di Firenze che ribalta la decisione con cui un anno fa aveva disposto, in via d’urgenza, la disattivazione del wireless, accogliendo il ricorso dei genitori della piccola di 10 anni, sofferente di epilessia. Decisiva è stata la relazione dell’Arpat, per cui il giudice civile Maria Novella Legnaioli ha deciso che «non vi sono evidenze scientifiche che colleghino danni alla salute all’esposizione ai campi elettromagnetici, quando, come in questo caso, il valore del campo elettrico è inferiore a quello previsto dalla legge». Nessun danno «irreparabile» e «incombente» per la piccola che — spiega il giudice — da quando si è instaurato il procedimento, un anno fa, non ha avuto quegli insopportabili mal di testa a scuola. «Addio al diritto alla salute sancito dalla legge — commenta il padre dell’allieva, agente immobiliare e fondatore del Comitato toscano “No wi-fi” — Per la giustizia fiorentina, la salute di una bambina epilettica che accusa mal di testa durante le lezioni di informatica vale meno del diritto ad un menù vegetariano». E aggiunge: «Una causa che sulla carta doveva durare poche settimane si è invece protratta 14 mesi. E dopo una prima decisione che accoglieva il nostro ricorso, un altro giudice ha fatto inversione a U». Tutto inizia nel 2015. La bambina in prima elementare frequenta il corso di informatica nell’aula attrezzata con pc e dotata di wifi. Ma davanti al computer si sente male. È preda di mal di testa improvvisi e violenti che cessano alla fine di ogni lezione. Medici e neuropsichiatri accertano che la piccola è sensibile alle onde elettromagnetiche del sistema wi-fi. È allora che i genitori della bimba chiedono di convertire l’impianto wi-fi con uno via cavo. Ma dopo il rifiuto della dirigente, che in un primo momento sembrava disponibile, chiedono nel gennaio 2019 un provvedimento di urgenza al tribunale per spegnere il wi-fi. «C’è pericolo per la salute dell’allieva — decide con decreto il giudice Susanna Zanda — per la comprovata (attestata da medici di strutture sanitarie) sensibilità di soggetti epilettici ai campi elettromagnetici prodotti da impianti senza fili». Così dispone lo smantellamento di router e hotspot per evitare che il trascorrere del tempo possa provocare un danno alla salute dell’allieva, ma si riserva di rendere definitivo il provvedimento dopo aver ascoltato il dirigente dell’Istituto Botticelli. Così ad aprile 2019, il giudice revoca il decreto, ma chiede all’Arpat di valutare la dannosità delle onde elettromagnetiche. Intanto, cambia il giudice. Poi l’udienza viene rinviata tre volte perché l’Arpat non presenta la relazione. E il decreto viene depositato una settimana fa. Il padre «Il diritto alla salute di un’alunna vale meno del diritto al menù vegetariano»