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09 agosto 2015

Passato il tornado

C'è voluto un tornado per far partecipare gli abitanti di Gavinana ad un consiglio di quartiere.

Responsabilità degli amministratori? Certo.

Ma vogliamo ricordare le petizioni contro il taglio dei pini, gli "ambientalisti" con i tetti in cemento-amianto...

Pulizie straordinarie delle strade e delle caditoie a Gavinana, a Sorgane?


L'ansia del quartiere
"Tetto e auto distrutti chi paga l'avvocato?"  
MARIA CRISTINA CARRATÙ
C'È il pienone al centro civico di Sorgane, sede del quartiere 3, la folla dei grandi momenti, in questi caso dei grandi disastri, il tornado che sabato sera si è accanito sulla zona sud della città, tutto il quartiere 3 più un pezzo del 2, senza pietà e con soprannaturale precisione. Diciotto scuole e 6 impianti sportivi danneggiati, 28 famiglie evacuate, un ragazzo grave in ospedale, il parco dell'Albereta perso per due terzi, un pugno nello stomaco. Tutto concentrato qui, tutto dentro questo 'corridoio' pieno di palazzi e di verde. «Vivo qui dal 1970 e mai vista una cosa così, sara' anche colpa del clima, ma forse anche dei politici», dice Aldo, che in via Nazioni Unite si e' visto crollare un pino sul terrazzo. Danni ancora non quantificati che la gente, accalcata nella sede del quartiere di via Tagliamento, cerca di capire come affrontare. «Purché non ci facciano impazzire» dice Laura, 45 anni, due auto distrutte dalle tegole in via Cardinal Latini, perché dopo i danni materiali si temono, ora, l'intrico della burocrazia, i moduli complicati, i ritardi, la scarsa chiarezza sulle competenze dello Stato, del Comune, e i risarcimenti delle (eventuali) assicurazioni private. «È un evento straordinario» esordisce il presidente del quartiere Alfredo Esposito, presenti la vicesindaco Cristina Giachi, e gli assessori di Palazzo Vecchio Giovanni Bettarini, Alessia Bettini, Andrea Vannucci, «ma la popolazione ha reagito con grande senso di solidarietà», e l'appello è ora a dare una mano alla Protezione civile «per superare l'emergenza ». «È da sabato notte che non chiudo occhio», dice Umberto, che in via Niccolò da Uzzano ha avuto la cantina allagata, «se c'e' bisogno ci sono, non tengo solo alla mia casa ma anche al mio quartiere». Tutti stanchi, ma nessuno si tira indietro: «Aiutateci - dice la vicesindaco - c'e' da ripulire da rami e foglie canaletti stradali, caditoie e tombini, da spostare auto dalle strade per facilitare le operazioni, 330 alberi caduti non sono uno scherzo». Dall'assemblea salgono domande, richieste di informazioni pratiche, e proteste: «Non è colpa solo di un evento straordinario », dice Vanna, «le canaline, qui, si intasano ogni tre per due, gli alberi caduti avevano radici troppo piccole, è evidente che crescono male, i palazzi danneggiati sono sopratutto quelli degli anni '60, chiediamoci perché». Emerge la casistica di possibili, anzi certi, beghe e contenziosi prossimi venturi: «L'albero del mio vicino mi ha distrutto tetto e auto, devo pagarmi io un avvocato o ci pensa lo Stato?», «Dal giardino del condominio i pompieri hanno portato via gli alberi crollati e lasciato lì l'unico pericolante, chi paga se alla prossima pioggia viene giù anche quello?». «In via Datini ci sono ancora le tegole per terra, ci avete dimenticato? », «Ho tre stanze di casa inagibili e dentro due anziani disabili, chi mi aiuta? », la cooperativa sociale Fontenuova per disabili ha la sede inagibile e lancia un appello: «Trovateci subito un'alternativa». Si chiede, ma anche si offre: «Stiamo organizzando una cena con colletta», informa un abitante, si pensa a una festa della Rificolona con raccolta fondi, e a una per finanziare la rinascita dell'Albereta. Giachi avverte: «La Protezione civile aspetta le vostre segnalazioni, ma bisogna muoversi per priorità e i vigili del fuoco hanno ancora 300 interventi in coda». Quanto agli alberi 'deboli', «molti non erano sradicati, ma spezzati, non è solo questione di radici, prima di sistemare le nuove piante faremo una valutazione generale», promette la vicesindaco. E quanto all'edilizia, «è ovvio che i tetti con le marsigliesi non resistano ai tornadi, forse bisogna se farli in un altro modo». E per oggi, chi aveva da dire ha detto. Riflette Iris, che da sabato dorme dai genitori: «L'emergenza vera? Ci sarà d'ora in poi, se, passata l'emozione, saremo dimenticati». 
 
La vicesindaco Giachi: "La Protezione civile aspetta le vostre segnalazioni, ma bisogna muoversi per priorità"  
La Repubblica Firenze 5 agosto 2015 

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