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07 giugno 2012

Il bar di Sorgane s'inventa la sala d'attesa

Il bar di Sorgane s'inventa la sala d'attesa

Sedie di plastica, wi-fi e santa pazienza

La solidarietà dei titolari con i passeggeri esausti d'aspettare alla fermata

L'IMPATTO è quello di una scena di 'Nuovo Cinema Paradiso'. Al posto del grande schermo, però, c'è una palina degli autobus. Pensionati, ragazzi con il pallone, signore e lavoratori: tutti seduti e schierati a puntare l'arrivo del bus. Siamo in piazza a Sorgane, al capolinea dell'Ataf". Qui il tempo ha un altro ritmo, soprattutto dopo i tagli delle corse. Chi vuole prendere i mezzi deve mettersi l'anima in pace, sedersi e aspettare.

PER FORTUNA accanto al disagio c'è la solidarietà. Il Bar Sorgane, proprio davanti al capolinea, ha messo a disposizione gratuitamente delle sedie e una linea wi-fi. Aguzzato l'ingegno, però, rimane l'amarezza del tempo perduto. Una lettrice (Laura Pinarelli) ha scritto una lettera di sfogo al nostro giornale: «Si taglia il trasporto pubblico nelle aree periferiche — dice — in nome del risparmio, ma ciò finisce per penalizzare tutti i cittadini che usano i mezzi pubblici. Andare da Bagno a Ripoli a Firenze è diventata un'odissea da quanto l'Ataf ha abolito il 33. E' stata creata la linea 24, che fa da navetta per i passeggeri dell'8 e del 23. Le frequenze, però, sono insufficienti e l'orario organizzato male: per pochi minuti di scarto non si riesce mai a prendere la navetta. Così se da Firenze a Roma ormai ci vuole un'ora e mezza, da Bagno a Ri poli alla stazione Santa Maria Novella ci si possono mettere anche due ore». Il momento di punta è l'ora di pranzo.

«E' GIÀ DA UN PO' spiega Alessio, uno dei titolari del bar — che abbiamo deciso di mettere a disposizione le sedie: per noi è un punto di principio. E' anche vero che ne vediamo di tutti i colori. Qualcuno è addirittura entrato nel bus portandosi dietro la sedia». Alcuni ragazzi, che giocano nella categoria dei Giovanissimi del Bagno a Ripoli, siedono in cerchio in attesa dell'8, che li porti al campo sportivo.

«PRIMA CHE ARRIVI il bus facciamo in tempo ad allenarci nella piazzetta qua dietro, se non fosse troppo sporca», raccontano i calciatori in erba. Una signora è seduta e aspetta rassegnata: «Ho incontrato a una riunione il presidente Ataf Filippo Bon accorsi — racconta —, che spiegava con i disegnini le novità delle linee. Ho alzato la mano e gli ho detto: 'Invece di disegnare provi a prendere per una settimana i mezzi pubblici senza usare la macchina».

Laura Tabegna

La Nazione 7 giugno 2012

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