Dalle Piagge a Sorgane: la lezione delle periferie
Dalle Piagge a Sorgane: la lezione delle periferie
Stefania Ressa
FIRENZE - La sensazione, quando metti piede a Sorgane, è quella di un quartiere immerso in una tranquillità quasi surreale. Merito anche, dicono i cittadini, del processo di integrazione che ha trasformato il volto di quello che potremmo definire lo spartiacque tra Firenze e Bagno a Ripoli in una delle zone più ambite e placide della città. E non importa se la zona sia "presa d'assalto" ogni anno da tantissimi stranieri (alcuni dei quali profondamente radicati sul territorio) - vuoi per la presenza della moschea, vuoi per la scuola italo-giapponese a pochi passi da viale Benedetto Croce, una delle strade principali - sta di fatto che il passato legato agli atti di vandalismo o allo spaccio di droga di cui si sentiva parlare spesso fino a parecchi anni fa, ha lasciato il posto ad un presente tutt'altro che problematico".
A raccontarci come le sembianze del quartiere 3 siano col tempo mutate "in meglio" - tra la capillare presenza dei giardini, del campo d'atletica ed una schiera di negozi a portata di mano - sono le sorelle Susanna e Monica, chea Sorgane sono divenute con la loro merceria G4 un vero e proprio punto di riferimento. "La convivenza con gli immigrati è pacifica, si sono integrati piuttosto bene - confermano le due signore, che in questo spicchio della periferia sud della città ci sono cresciute siamo qui dal '79 e di cose ne sono successe. Nonostante l'elevata presenza di persone di altre nazionalità possiamo considerare il quartiere un'isola felice. Figurarsi che - aggiungono - in via Isonzo tra le 56 famiglie a cui sono stati affittati alcuni appartamenti compaiono anche zingari. E sappiamo pure di badanti che dopo essere approdate qui hanno trovato l'amore, mettendo su famiglia con uomini del posto".
Ma osserviamo più da vicino il fenomeno "stranieri" a Sorgane e parliamo con Adriana, rumena che due anni fa è sbarcata a Firenze e che oltre ad abitare nel quartiere ci lavora anche. E' sua la rosticceria "Un po' di tutto" in viale Croce, che gestisce con la sua famiglia. "Non posso lamentarmi - confessa - certo, all'inizio non è stato semplice integrarmi perché, diciamo la verità, i fiorentini sono un po' freddi e chiusi, però col passare del tempo le cose sono andate meglio".
Anche Fabrizio, che gestisce la macelleria Batini-Mugellini, ci conferma come la zona sia migliorata, lasciandosi alle spalle qualsiasi retaggio del passato. "Ora sì che si sta bene - commenta entusiasta Fabrizio - anche solo per il fatto che siamo lontani dal caos di viale Europa. E gli stranieri? Non danno alcun fastidio". Anzi, avrebbero contribuito al rilancio della zona e perfino del valore immobiliare.
Il Nuovo Corriere di Firenze 15.10.2010
Etichette: cronaca, nuovo corriere di Firenze
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