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24 ottobre 2010

Dalle Piagge a Sorgane: la lezione delle periferie

Dalle Piagge a Sorgane: la lezione delle periferie

Stefania Ressa

FIRENZE - La sensazio­ne, quando metti piede a Sorgane, è quella di un quartiere immerso in una tranquillità qua­si surreale. Merito an­che, dicono i cittadini, del processo di integra­zione che ha trasforma­to il volto di quello che potremmo definire lo spartiacque tra Firenze e Bagno a Ripoli in una delle zone più ambite e placide della città. E non importa se la zona sia "presa d'assalto" ogni anno da tantissimi stranieri (alcuni dei quali profondamente radicati sul territorio) - vuoi per la presenza del­la moschea, vuoi per la scuola italo-giapponese a pochi passi da viale Benedetto Croce, una delle strade principali - sta di fatto che il passato legato agli atti di vandalismo o allo spac­cio di droga di cui si sentiva parlare spesso fino a parecchi anni fa, ha lasciato il posto ad un presente tutt'altro che problematico".
A raccontarci come le sembianze del quartie­re 3 siano col tempo mutate "in meglio" - tra la capillare presenza dei giardini, del campo d'atletica ed una schie­ra di negozi a portata di mano - sono le sorelle Susanna e Monica, chea Sorgane sono divenu­te con la loro merceria G4 un vero e pro­prio punto di riferimento. "La convivenza con gli immigrati è pacifica, si sono integrati piut­tosto bene - con­fermano le due signore, che in questo spicchio della periferia sud della città ci sono cresciute siamo qui dal '79 e di cose ne sono successe. Nono­stante l'elevata presen­za di persone di altre nazionalità possiamo considerare il quartiere un'isola felice. Figurar­si che - aggiungono - in via Isonzo tra le 56 fa­miglie a cui sono stati affittati alcuni apparta­menti compaiono an­che zingari. E sappia­mo pure di badanti che dopo essere approdate qui hanno trovato l'amore, mettendo su famiglia con uomini del posto".
Ma osserviamo più da vicino il fenomeno "stranieri" a Sorgane e parliamo con Adriana, rumena che due anni fa è sbarcata a Firenze e che oltre ad abitare nel quartiere ci lavora an­che. E' sua la rosticceria "Un po' di tutto" in via­le Croce, che gestisce con la sua famiglia. "Non posso lamentar­mi - confessa - certo, all'inizio non è stato semplice integrarmi perché, diciamo la veri­tà, i fiorentini sono un po' freddi e chiusi, però col passare del tempo le cose sono andate me­glio".
Anche Fabrizio, che ge­stisce la macelleria Batini-Mugellini, ci con­ferma come la zona sia migliorata, lasciandosi alle spalle qualsiasi re­taggio del passato. "Ora sì che si sta bene - com­menta entusiasta Fa­brizio - anche solo per il fatto che siamo lontani dal caos di viale Euro­pa. E gli stranieri? Non danno alcun fasti­dio". Anzi, avrebbero contribuito al rilancio della zona e perfino del valore im­mobiliare.

Il Nuovo Corriere di Firenze 15.10.2010

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